martedì 23 febbraio 2010

lunedì 22 febbraio 2010

indifferenza


Sarebbe bastata una semplice telefonata alla polizia, ai vigili o ai carabinieri, per fare qualche esempio,non era necessario farlo salire in macchina se proprio avevano paura...ma nulla...i passanti sono rimasti dei semplici passanti, passeggeri, viaggianti verso la propria meta, senza badare al paesaggio attorno, senza la capacità di vedere quello che era da vedere o semplicemente indifferenti a quello che accadeva attorno a lor....non è la discriminazione razziale, non è l'odio contro i diversi che fa paura...quello che mi fa davvero paura è l'indifferenza verso l'altro, perchè essere indifferente non è un sentimento, non ha alcuna valenza interiore, come può averla l'odio....l'indifferenza non appartiene all'essere uomo con sentimenti, con cuore con pensieri....L'indifferenza appartiene agli oggetti, alle cose...fa paura il fatto che persone che tu credi degli esseri umani in alcuni momenti si comportino come se esseri umani non fossero...

venerdì 19 febbraio 2010

La sera.....(Morgan)

Unica ed inimitabile
particolare
profonda
cupa
allegra
un misto di sentimenti ed immagini
una delizia per l'ascolto raffinato e critico
una ninna nanna in un crescendo di brividi e sogni
è questa la canzone esclusa dal Festival di Sanremo...
...ma abbiamo avuto il "piacere" di sporcarci le orecchie con l'interpretazione del Savoia....
....quanto siamo ipocriti!


S'apre la sera
vedi, si avvera
Morbida svela e distende
la sua coperta nera
ecco la sera, bella la sera
la luce s'inchina
esce di scena
poi si nasconde tra i monti
scalderà altre genti
brucerà altri campi
e altri orizzonti
avanti, entri la sera
e noi siamo ancora qui
ma niente sembra uguale: con te
Con te si può parlare
disordinare il destino
e rimandare il mattino
che il modo migliore è
consumare le ore facendo l'amore
Cade la sera
e il cuore s'ispira
mentre che il cielo si oscura
buio a regalar le stelle
belle illusioni, sogni lontani
anche se per oggi abbiamo dato già abbastanza
tutte le nostre forze, tutti i fianchi e gli occhi
non siamo stanchi
e d'incanto l'identico istinto ci coglie
e con me ti fai trascinare via
Guarda la sera
scende sicura
apre la notte futura e
non infonderà paure
anzi ci invita a nuove avventure
e fin che resteremo insieme non morirò
e del tormento allora ci faremo un canto
tutto il tempo che resta, ogni sera la nostra festa
e il vento come orchestra
mentre un raggio di luna rifrange
sulla pioggia che piange tu volteggi come un'onda
così volubile e profonda, stasera
l'atmosfera profuma d'incenso
quando ormai mi credevo disperso
con stupore immenso tutto ritorna per me ad avere un senso
o
almeno si spera, esce la sera, buona la sera.

giovedì 18 febbraio 2010

Le coccole

Le coccole sono una cosa seria. Quando un bambino ti chiede le coccole e come se ti confidasse un segreto: ha bisogno del tuo amore e questa è una cosa seria!

Un giorno.....

Un giorno, mentre camminava con i suoi apostoli, passarono vicino al cadavere di un cane. Gli apostoli dissero: "Come puzza questo cane!" E Gesù: "Ma quanto sono bianchi i suoi denti!"

MEDITAZIONE SULLA DONNA

Ieri sera ero disperatamente alla ricerca di una ricetta facile facile per fare cena ai miei pargoletti, una ricetta non troppo pesante ma neanche "da fame", una ricetta che si possa mettere in pratica nell'arco di 5-10 minuti....allora mi sono affidata all'agenda di suor Germana sperando come si suol dire nella provvidenza.
Nella mia fretta non sono riuscita a trovare neanche una ricetta che potesse andare bene così i miei piccoletti si sono dovuti accontentare di una minestrina e qualche bastoncino di pesce con piselli e per mio maritino ho fatto una bella frittata, anche se non gli piace molto, con l'insalata....
...in compenso, mi sono imbattuta in una riflessione a dir poco lodevole ed ho deciso di condividerla con voi:
"La donna è "un'unità di servizio" con competenze sterminate: pulizia, ripristino dopo ogni emergenza,preparazione del cibo,lavaggio, stiratura, amministrazione spesa.
Si tratta di un sistema di servizi molto vicino alla Protezione Civile, dal momento che ha mansioni di tutela dell'ambiente famigliare, di prevenzione dei rischi di una popolazione spesso senza regole, di gestione di un'emergenza continua, di pianificazione delle strutture di pronto intervento, di educazione ambientale. L'efficacia di questo servizio dipenderebbe in larga parte dalla partecipazione attiva della popolazione famigliare: ma questa normalmente delega la donna a proteggerla da ogni incidente. Si va dallo strappo sui pantaloni alla macchia sulla cravatta."
Mi sono fatta due risate con mio marito e poi tutti a cenare !

martedì 16 febbraio 2010

LETTERA DI UN FIGLIO A TUTTI I GENITORI DEL MONDO

Non darmi tutto quello che ti chiedo
perche' chiedo troppo e a volte chiedo solo per riscontrare quanto posso prendere.
Non disprezzarmi,
non so se crescero' sicuro di me o non so se mi perderei.
Non sgridarmi.
Ti rispetto meno quando lo fai e insegni a gridare anche a me, e non desidererei farlo.
Convincimi del mio errore con il ragionamento.
Mantieni le promesse belle o brutte.
Se prometti un premio, dammelo e comportati cosi' anche con le punizioni.
Non mi paragonare a nessuno,
specialmente con mio fratello o mia sorella;
se mi fai apparire migliore di altri, qualcuno soffrira'; se mi fai apparire peggiore di altri,
saro' io a soffrire.
Non cambiare parere cosi' spesso, su cio' che devo fare;
deciditi e mantieni la tua decisione.
Permettimi di crescere, fidandoti delle mie capacita'.
Se tu fai tutto al mio posto, io non potro' imparare mai.
Non dire bugie in mia presenza,
e non mi piace, nemmeno, che tu mi chieda di dirle al tuo posto, neanche per darti una mano. Questo mi fa sentire male e perdere la fiducia in tutto cio' che dici.
Quando sbaglio, non esigere che ti dica il perche'.
A volte non lo so neanche io.
Quando sbagli, ammettilo.
Questo aumentera' la mia stima per te,
mi insegnerai cosi' ad ammettere i miei sbagli.
Trattami con la stessa affabilita' e spontaneita' che hai verso i tuoi amici;
essere parenti non vuol dire non poter essere amici.
Non mi chiedere di fare una cosa, che invece tu non fai.
Io imparero' a fare sempre quello che tu fai, anche se non lo dici;
ma non faro' mai cio' che tu dici e non fai.
Quando voglio condividere una mia preoccupazione con te,
non dirmi "non ho tempo per stupidaggini",
oppure "non ha importanza, sono cose da bambini".
Ti chiedo di capirmi e di aiutarmi.
Voglimi bene e dimmelo. A me piace sentirmelo dire,
anche se tu credi che non sia necessario dirmelo.
Abbracciami,
ho bisogno di sentire il tuo amore, la tua amicizia e la tua compagnia, in ogni momento.

venerdì 12 febbraio 2010

L'amore

Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino pose il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto: "Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 Euro Per aver riordinato la mia cameretta: 1,50 Euro Per essere andato a comprare il latte: 0,50 Euro Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 Euro Per ever preso due volte "ottimo" a scuola: 2 Euro Per aver portato fuori l'immondizia tutte le sere: 1 Euro Totale: 9 Euro". La mamma fissò il figlio negli occhi teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse: "Per averti portato in grembo 9 mesi: 0 Euro Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 Euro Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 Euro Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 Euro Per tutto quello che ti ho insegnato giorno dopo giorno: 0 Euro Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene, e i panini che ti ho preparato: 0 Euro Per la vita che ti do ogni giorno: 0 Euro". Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato". Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci. Quando nei rapporti personali e famigliari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L'amore o è gratuito o non è amore.

Impara

"Impara dalle acque ad aver cammin costante,
Impara dalle fiamme che tutto è soltanto cenere,
Impara dalle ombre a passare e vegliare,
Impara dagli scogli ad immobile restare,
Impara dal gran sole come si deve tramontare,
Impara dal vento che scivola sui sentieri,
come devi passare tranquillo nel mondo.

Impara da tutto,
poiché tutte le cose ti son sorelle,
come attraversare la vita e come morire.

Impara dal verme che nessuno è dimenticato,
Impara dal loto ad essere sempre pulito,
Impara dalle fiamme che cosa dobbiamo bruciare dentro di noi,
Impara dalle acque a non tirarti indietro,
Impara dall'ombra ad essere umile come essa,
Impara dagli scogli a sopportare le dure tempeste,
Impara dal sole a conoscere il tuo tempo,
Impara dalle stelle a dare luce con allegria,
Impara dal grillo a cantare quando ti senti solo,
Impara dall'aquila quando le spalle ti pesano,
E vai dalla formica a vedere il suo carico,
Impara dal fiore ad esser fine come esso,
Impara dall'agnello la sua tenerezza,
Impara dagli uccelli ad esser sempre in volo,
Impara da tutto che tutto è effimero.

Fa' attenzione, figlio,
al mondo in cui passi,
ed impara da ciò che muore
come vivere per sempre!"

(lirica norvegese)

giovedì 11 febbraio 2010

Per un uomo con le gambe amputate: la migliore medicina è la tenerezza di Dio


Ha 35 anni e chiunque lo vede può dire che non è nato sotto una buona stella. Le gambe gli sono state amputate proprio all'età in cui abrebbe dovuto imparare a camminare, a circa 10 mesi.Non gli piace raccontare quello che è successo.Ad ogni modo sarebbe la versione sentita a sua volta da altri.Sa solo che la sua casa è bruciata mentre i suoi genitori erano al lavoro. Avrebbe potuto morire allora, ma Dio l'ha preso per mano.Forse è stato un segno.Altri al suo posto si sarebbero ribellati contro la divinità, ma lui non è così."In qualsiasi modo sia per me,bene o male, davanti a Dio posso solo dire che è bene" afferma Petru Poenaru. Lui non chiede l'elemosina come fanno gli altri.Le persone che gli passano vicino si rendono conto che la vita di un uomo rimasto senza gambe, non è stata e non può essere facile. Alcuni gli allungano una moneta. La prende ma non si scorda di dire "bogdaproste"(n.t. è una formula usata per ringraziare chi ti dona qualcosa) e "Aiutami Signore!".

L'ho incontrato in zona Pietricica(n.t. è una zona della città Piatra Neamt) che stava pulendo i marciapiedi.

"Pulisco il marciapiede dalla neve così mi riscaldo anch'io un po'. Non è un problema,mi piace farlo" dice poi Petru Poenaru. Gli chiedo se si considera uno sfortunato. Dopo averci pensato un attimo mi risponde "no" con serenità.
"Quasi tutte le mattino vado nella Chiesa della stazione e prego.Il male non viene da Dio. Vorrei avere una casa mia. Abito con mia moglie e mio figlio di 8 anni in un posto che non si può chiamare casa, vicino alla Stazione Vecchia. In una stanza abitiamo noi e in altre due stanze ci abitano altre persone.In un solo mese ho dovuto dare al proprietario per l'affito e la luce qualche milione di lei(n.t. il "leu" è la moneta locale rumena).La casa dei miei genitori è bruciata 3 anni fa. Sembra essere stata maledetta" dice con voce triste. Capisco che si tratta della stessa casa che a preso fuoco quando era piccolo. "Mio padre se ne andato qualche anno fa(n.t.deceduto) e la mamma non la vedo da molto tempo. Giorni scorsi ho saputo da qualcuno che sarebbe all'estero e che si sarebbe sposata là. Ad ogni modo non mi ha voluto da piccolo. Per me la vera madre è stata la moglie di un mio zio da Buhusi.Mio zio è morto anche lui e comunque non potevo più restare là. Ora non sono più un bambino. Devo provare a cavarmela" mi dice mentre gratta il ghiaccio dal marciapiede.

Le vicende della vita non lo hanno infranto, ma gli sarebbe molto più facile se potesse beneficiare dei diritti che gli spettano come persona affetta da handicap.
"Avevo una sedia a rotele quando ero piccolo ma ora non la posso più utilizzare perchè non ci stò più dentro. Qualcuno mi ha promesso che presto ne avrò una".
E' scoraggiato per la burocrazia e perchè non riesce a far valere i suoi diritti.
"Non ricevo nulla dallo stato. Ho come l'impressione che per ricevere aiuto devi appartenere ad una certa etnia" dice senza speranze Petru Poenaru. Nel frattempo la gente gli allunga qualche soldo. Quando gli chiedo quanto guadagna al giorno mi dice che ci sono giorni migliori e giorni peggiori e da questo punto di vista "chi mi vuol dare bene, chi no pazienza, io non chiedo elemosina".

Precisiamo che Petru Poenaru non risulta nella lista delle persone con handicap della DGASPC Neamt e tantomeno nel CAS Neamt con domanda per un certo tipo di dispositivo medico.

FONTE: www.savamihai.com

Locul potrivit oppure: Noi in anul 2000

Ciao Pullolo..benvenuto sul mio blog....
il cantante è un giovane rumeno e la canzone è anch'essa in lingua rumena.
Qui http://www.youtube.com/watch?v=Zk-H3oRiuNg trovi la canzone originale( questa del giovane Guess Who è un nuova versione in chiave critica). La canzone originale scritta negli anni '70 da Horia Moculescu sul testo di Mihai Maximilian, una canzone (comunista) piena di speranze per quanto riguarda il futuro della Romania e della possibilità dei giovani di cambiare in meglio il Paese...i tentativi dei giovani sono sempre falliti e continuano a fallire per una serie di cause politiche, sociali e di mentalità difficile da cambiare e per queste ragioni i giovani cercano di realizzare se stessi, come prima tappa nel processo di costruzione del Paese in cui vivono, all'estero; l'autore stesso afferma che da quando ha composto la canzone (quella originale) sono passati ormai 40 anni ma nulla ancora è cambiato e delle speranze di cui parla la canzone non c'è neanche traccia.
Così come la generazione dei nostri genitori, anche la nostra generazione, quella dei giovani che all'epoca della rivoluzione dell'89 erano ancora bambini o ragazzini, ha perso la speranza di poter cambiare il sistema della Romania, quel sistema soprattutto che non offre ai giovani opportunità di sviluppo del pensiero. Una generazione confusa, come la descrive lo stesso cantante Guess Who(Laurentiu Mocanu), caduta troppo presto tra le maglie dello scetticismo.
Dicevo che è uno dei tanti motivi per i quali sono emigrata, perchè un po' avevo la sensazione che questo sarebbe accaduto, che nessuna di quelle promesse tanto cantate da noi giovani pionieri nelle strade durante le grandi manifestazioni pro Ceausescu sarebbe maì venuta ad esistenza e non ho voluto cadere anche io tra le maglie dello scetticismo e diventare una giovane rumena senza speranze.

martedì 9 febbraio 2010

Hop hop hop!

Andro verdan grundos nane
Man pirani shukar nane
Loli pxabai prechinava
Hop hop hop!
Yepash tuke yepash mange
Hop hop hop!