giovedì 11 febbraio 2010

Per un uomo con le gambe amputate: la migliore medicina è la tenerezza di Dio


Ha 35 anni e chiunque lo vede può dire che non è nato sotto una buona stella. Le gambe gli sono state amputate proprio all'età in cui abrebbe dovuto imparare a camminare, a circa 10 mesi.Non gli piace raccontare quello che è successo.Ad ogni modo sarebbe la versione sentita a sua volta da altri.Sa solo che la sua casa è bruciata mentre i suoi genitori erano al lavoro. Avrebbe potuto morire allora, ma Dio l'ha preso per mano.Forse è stato un segno.Altri al suo posto si sarebbero ribellati contro la divinità, ma lui non è così."In qualsiasi modo sia per me,bene o male, davanti a Dio posso solo dire che è bene" afferma Petru Poenaru. Lui non chiede l'elemosina come fanno gli altri.Le persone che gli passano vicino si rendono conto che la vita di un uomo rimasto senza gambe, non è stata e non può essere facile. Alcuni gli allungano una moneta. La prende ma non si scorda di dire "bogdaproste"(n.t. è una formula usata per ringraziare chi ti dona qualcosa) e "Aiutami Signore!".

L'ho incontrato in zona Pietricica(n.t. è una zona della città Piatra Neamt) che stava pulendo i marciapiedi.

"Pulisco il marciapiede dalla neve così mi riscaldo anch'io un po'. Non è un problema,mi piace farlo" dice poi Petru Poenaru. Gli chiedo se si considera uno sfortunato. Dopo averci pensato un attimo mi risponde "no" con serenità.
"Quasi tutte le mattino vado nella Chiesa della stazione e prego.Il male non viene da Dio. Vorrei avere una casa mia. Abito con mia moglie e mio figlio di 8 anni in un posto che non si può chiamare casa, vicino alla Stazione Vecchia. In una stanza abitiamo noi e in altre due stanze ci abitano altre persone.In un solo mese ho dovuto dare al proprietario per l'affito e la luce qualche milione di lei(n.t. il "leu" è la moneta locale rumena).La casa dei miei genitori è bruciata 3 anni fa. Sembra essere stata maledetta" dice con voce triste. Capisco che si tratta della stessa casa che a preso fuoco quando era piccolo. "Mio padre se ne andato qualche anno fa(n.t.deceduto) e la mamma non la vedo da molto tempo. Giorni scorsi ho saputo da qualcuno che sarebbe all'estero e che si sarebbe sposata là. Ad ogni modo non mi ha voluto da piccolo. Per me la vera madre è stata la moglie di un mio zio da Buhusi.Mio zio è morto anche lui e comunque non potevo più restare là. Ora non sono più un bambino. Devo provare a cavarmela" mi dice mentre gratta il ghiaccio dal marciapiede.

Le vicende della vita non lo hanno infranto, ma gli sarebbe molto più facile se potesse beneficiare dei diritti che gli spettano come persona affetta da handicap.
"Avevo una sedia a rotele quando ero piccolo ma ora non la posso più utilizzare perchè non ci stò più dentro. Qualcuno mi ha promesso che presto ne avrò una".
E' scoraggiato per la burocrazia e perchè non riesce a far valere i suoi diritti.
"Non ricevo nulla dallo stato. Ho come l'impressione che per ricevere aiuto devi appartenere ad una certa etnia" dice senza speranze Petru Poenaru. Nel frattempo la gente gli allunga qualche soldo. Quando gli chiedo quanto guadagna al giorno mi dice che ci sono giorni migliori e giorni peggiori e da questo punto di vista "chi mi vuol dare bene, chi no pazienza, io non chiedo elemosina".

Precisiamo che Petru Poenaru non risulta nella lista delle persone con handicap della DGASPC Neamt e tantomeno nel CAS Neamt con domanda per un certo tipo di dispositivo medico.

FONTE: www.savamihai.com

2 commenti:

  1. oh povero,che storia triste ,una domanda cosa intendeva con :"Non ricevo nulla dallo stato. Ho come l'impressione che per ricevere aiuto devi appartenere ad una certa etnia" intendeva i rom?Speriamo che la visibilita' su quel sito spinga la gente,e sopratutto le istituzioni, di Piatra Neamt a dargli una mano!

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